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FOGGIA: IL FUTURO DEL GRANO

Prosegue l’intervista a Elio Lo Conte: le previsioni per l’annata in partenza.

futuro foggiaProsegue l’intervista ad Elio Lo Conte (nella foto), uno degli amministratori dell’azienda Pineta Srl, che si occupa di commercio e stoccaggio di cereali con alle spalle una storia di tre generazioni. In questa seconda parte approfondiamo le previsioni per questa annata in partenza e scopriamo perchè saranno chiave la programmazione e l’attenzione alle pratiche di coltivazione, con un occhio ai possibili vantaggi di Granaio Italia. Leggi la prima parte dell’intervista.

Elio Lo Conte, quali sono le previsioni per l’annata in partenza?

«Per questa annata le programmazioni sono molto lente: rispetto ai classici tempi del nostro areale siamo un po’ in ritardo con le semine. Per quanto riguarda il grano duro, però, con il clima locale e le varietà periodiche che si impiegano, è possibile seminare serenamente anche nell’arco di tutto il mese di dicembre. Chiaramente le condizioni meteorologiche a partire da gennaio e in primavera saranno, poi, fondamentali per i risultati finali».

C’è chi ha pensato all’irrigazione, se non pioverà in modo soddisfacente?

«Sarebbe troppo oneroso trattare il grano come una coltura irrigua, impiegando la risorsa idrica già dalle primissime fasi della coltura. Pur volendo, a causa della perdurante siccità la disponibilità idrica anche nelle zone irrigue si sta riducendo: i livelli delle falde si abbassano giorno per giorno, aumenta la salinità dell’acqua disponibile. Le dighe, poi, hanno chiuso l’acqua per uso irriguo già dalla metà di agosto: chi ha a disposizione acqua preferisce impiegarla per colture più redditizie come le orticole».

Può fare una previsione sulle superfici seminate quest’anno? Ci sarà un calo?

«Come dicevo, siamo in netto ritardo… Consideri che, finora, nella nostra zona abbiamo seminato ben poco, forse il 10-20% rispetto al solito. E’ probabile che, se dovessero aumentare le precipitazioni, i ritardi nelle semine si potranno recuperare velocemente. Ma sono ormai mesi che non vediamo una pioggia seria.

E’ certo, però, che non è possibile fare una previsione seria ad oggi, perchè molti sono sul “chi va là”. Sto, infatti, cercando di trasmettere ai produttori con cui lavoriamo il messaggio che è importante programmare, anche se questo vuol dire decidere di non seminare frumento in questa annata. Le operazioni svolte di fretta e senza programmazione adeguata non sono mai foriere di buoni risultati. Tra i nostri produttori ci sono aziende più strutturate che hanno programmato le semine o hanno già seminato: si tratta di aziende che, ad esempio effettuano rotazioni e possono investire in terreni più freschi e capaci di garantire una resa discreta, anche in annate cattive. Quelle aziende che, invece, hanno avuto danni economici dalla stagione passata, sono in forse: credo che molte possano tornare sui loro passi e seminare…spero lo facciano con una adeguata programmazione».

Tornando al vostro ruolo di stoccatori: cosa pensa di Granaio Italia e dell’avvio annunciato per il 2025?

«Al momento non abbiamo ricevuto comunicazioni sui dettagli del funzionamento, nè sugli obblighi da adempiere, anche se siamo alle porte dell’avvio. Personalmente vedo questo strumento di buon occhio, nella speranza che non porti ulteriore burocrazia. Ritengo, infatti che possa fornire a noi operatori informazioni sulle superfici seminate e sulle quantità disponibili di grano nazionale, in magazzini, impianti e mulini. Dovremmo avere, grazie a questo strumento, una idea chiara delle scorte e delle qualità disponibili nel paese: in questo modo potremo fare previsioni e prendere decisioni su basi solide, cosa che ad oggi è impossibile ottenere ad esempio con i soli dati che ISTAT fornisce con forte ritardo.

Pensi alla scorsa annata: l’attesa era di un incremento dei prezzi a causa delle ridotte quantità prodotte, invece si sono avute ulteriori riduzioni perchè, oltre al grano estero, era tanto anche quello nazionale disponibile. In tanti, infatti, tra cerealicoltori e stoccatori, avevano ancora in pancia grano del 2023 che avevano deciso di non vendere, in attesa di migliori condizioni di mercato».

Foto di Elio Lo Conte

Autore: Azzurra Giorgio

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