Riprendiamo il viaggio tra Veneto e Piemonte per comprendere quale sia lo stato di avanzamento delle semine al Nord Italia. Dopo aver parlato con un cerealicoltore e tecnico della provincia di Rovigo, ci spostiamo in Piemonte, in particolare nelle provincie di Alessandria e Asti. Leggi la prima parte dell’articolo.
Alessandria e Asti hanno quasi terminato
Paolo Viarenghi, cerealicoltore e direttore di CIA-Agricoltori Italiani Alessandria, ci racconta la situazione nelle provincie di Alessandria e Asti, tradizionalmente vocate alla coltivazione di frumento: «ad oggi non abbiamo ancora finito ma siamo in dirittura d’arrivo: certamente siamo in ritardo rispetto al solito. I motivi sono legati alla quantità di acqua caduta tra settembre e ottobre e all’allungamento delle campagne di raccolta del mais e del pomodoro da industria: questo ha comportato lungaggini nella preparazione dei terreni. I ritardi, comunque, non sono necessariamente un problema: il vecchio detto per cui le semine devono concludersi “entro Ognissanti” non è più rispettato da tempo: non sappiamo con certezza se le semine tardive siano sempre positive ma, di certo, possono essere gestite».
Terreno fresco e temperature basse
Paolo Viarenghi prosegue descrivendoci le condizioni in cui si sta seminando: «le attuali condizioni dei terreni sono abbastanza buone: il terreno è fresco e fa freddo, con queste tempistiche potremmo far evitare le gelate alle plantule emerse un po’ più tardi del solito. Anche se non si è riusciti a concimare adeguatamente, poi, potremo sempre recuperare in primavera impiegando concimi a lenta cessione. In merito al rischio di problemi sanitari, se le semine non sono state forzate in terreni con ristagni e eccessivo contenuto idrico, non dovrebbero esserci aumentati rischi: con le sementi certificate, non mi aspetto malattie in fase di emergenza. Nella mia azienda, ad esempio, abbiamo preferito aspettare una ventina di giorni in più per evitare il rischio: termineremo settimana prossima le semine su una superficie di circa 280 ettari».
Attenti alla qualità
Paolo Viarenghi ci racconta anche qualche dettaglio sulle superfici e le varietà seminate: «per questa annata le superfici si sono assestate sui 45.000-55.000 ettari, senza variazioni significative rispetto a quella scorsa. D’altronde era nel 2023 che avevamo avuto le riduzioni più importanti, poichè in molti avevano deciso di destinare i terreni a colture primaverili che, poi, con l’andamento meteorologico, sono andate a finire male. Quest’anno in tanti sono tornati sui loro passi e hanno seminato nuovamente frumento».
Sulle varietà Paolo Viarenghi ci conferma: «nelle nostre zone sono diffuse soprattutto Altamira, Izalco e Gran Piemonte, oltre a Taylor come grano di forza. Anche le semine di frumento duro stanno prendendo sempre più piede. Nella scelta gli agricoltori si fanno guidare dal prezzo di mercato, non tanto dalla filiera. Tanti sono, però, cauti dopo la scorsa stagione: le piogge successive alla fioritura, infatti, hanno comportato un declassamento di tanti quantitativi di panificabile/ panificabile superiore a granella per alimentazione animale. Sotto questo punto di vista, quindi, c’è maggiore cautela».
Autore: Azzurra Giorgio
Puoi seguirci anche sui social, siamo su Facebook, Instagram e Linkedin