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IN PUGLIA SERVE ACQUA…

La siccità perdura in Puglia: l’esperienza di un agricoltore e contoterzista della zona

Come vanno le preparazioni delle semine in Puglia? Quest’anno si seminerà grano duro o si lasceranno i terreni a riposo? Abbiamo parlato con un agricoltore e contoterzista che lavora nell’areale foggiano e si estende fino alla Campania e alla Basilicata per farci raccontare l’esperienza della sua azienda e di quella dei suoi clienti. Le attuali condizioni meteorologiche di perdurante siccità e i risultati disastrosi della scorsa annata agraria, purtroppo, scoraggiano molti cerealicoltori. Tanti, poi, non hanno la forza economica per seminare, non avendo realizzato vendite per raccolti completamente mancati. Solo chi possiede fonti di risorsa idrica, seppure con difficoltà, può pensare di sopravvivere, irrigando il grano e sfruttando le colture orticole. Ma anche nei pozzi, purtroppo, l’acqua da segni di esaurimento…

Leggi anche l’intervista ad un agricoltore del materano sui problemi della siccità.

Leonardo Di Stefano coltiva circa 550 ettari di terreni insieme ai suoi fratelli e gestisce circa 2.500 ettari come contoterzista. Oltre ai cereali ed altri seminativi, produce anche ortofrutta, avendo investito per portare la risorsa idrica nelle sue aziende. Buona parte dei suoi terreni, infatti, sono irrigui per la presenza di pozzi costruiti negli anni passati. Ci racconta: «la mia azienda ha sede ad Ascoli Satriano, in provincia di Foggia. Con una certa variabilità dovuta alle regole della PAC, dedichiamo circa 350 ettari al frumento duro. Nell’annata appena terminata, come tutti nella zona, abbiamo sofferto moltissimo la siccità e abbiamo dovuto irrigare sin da febbraio, facendo anche 4 interventi».

Che rese ha avuto per il frumento duro?

«Dove siamo riusciti a irrigare abbiamo avuto rese dai 40 ai 55 quintali per ettaro, ma dove abbiamo coltivato in arido abbiamo ricavato appena 12-13 quintali per ettaro. Mediamente, 30 quintali per ettaro li abbiamo portati a casa…Rispetto a tanti altri agricoltori la produzione è stata decente. Consideri, però, che abbiamo speso molto sia in gasolio che in elettricità per alimentare le pompe e tutte le attrezzature per l’irrigazione. In sintesi, la scorsa stagione non è stata molto remunerativa»…

Lei, per fortuna, produce anche frutta e ortaggi…

«Esatto, ho 100 ettari dedicati alle orticole che posso irrigare. Tanti nella zona, però, non sono stati in grado di vendere nulla, né grano né leguminose. Nella scorsa stagione ho visitato tante aziende clienti, fino alla Campania, e in più casi mi è capitato di dover interrompere i lavori perché la mietitrebbia non tirava su nulla. Nei casi migliori la resa era di 10 quintali per ettaro. Ho visto la disperazione sui volti di tanti agricoltori: è molto triste. La siccità ha colpito tutte le nostre colture, dal grano al favino che in molti avevano seminato: dal basso Tavoliere, fino al Molise, i comuni coinvolti sono numerosissimi. Solo chi ha avuto qualche temporale è riuscito a fare rese decenti, ad esempio nella zona di Monticchio. Però, già spostandosi verso Rocchetta Sant’Antonio e il basso melfese, la situazione tornava drammatica.

Io adesso mi trovo a Canestrello, vicino Candela, e sto lavorando con un erpice un terreno decisamente secco…i dischi sono puliti! Qui le rese sono state di circa 17 quintali per ettaro».

Guarda qui di seguito il video che ci ha inviato Leonardo Di Stefano

Chi seminerà grano duro quest’anno?

Un canale prosciugato dalla siccità

«Credo che nelle nostre zone ci sarà un calo del 60%…ci sono aziende clienti che mi hanno proposto di seminare i loro terreni pur di non lasciarli incolti: questi agricoltori non investiranno. I terreni ormai si stanno riducendo a sabbia: da febbraio dello scorso anno ha fatto qualche temporale ma non ha mai piovuto come succedeva una volta. Pensi che anche i pozzi artesiani si stanno prosciugando…da portate di 10 l/s siamo arrivati a 1 l/s…questo significa che anche le orticole avranno problemi. Chi ha l’acqua dal Consorzio di Bonifica ha avuto le prime limitazioni in maggio…purtroppo le infrastrutture ci sono ma sono ridotte male o non utilizzate. Pensi alla diga del Rondina, ad esempio, costruita e mai impiegata a dovere»…

 

L’intervista proseguirà domani.

Foto e video di Leonardo Di Stefano

Autore: Azzurra Giorgio

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