Cosa cambia per la PAC dal 2024? Vediamo cosa succede in virtù delle semplificazioni introdotte nel corso degli ultimi mesi, in particolare sulle BCAA, ovvero le Buone Condizioni Agonomiche e Ambientali che fanno parte della Condizionalità Rafforzata e devono essere rispettate da tutte le aziende che richiedono un sostegno della Politica Agricola Comune 2023-27. Approfondiamo la novità più rilevante, ovvero la possibilità di effettuare la diversificazione delle colture in alternativa alla rotazione, nell’ambito della BCAA 7: si torna così, in qualche maniera, al vecchio “greening”.
Come cambiano le BCAA
Ormai è noto che la BCAA 8, che prevedeva la necessità di mantenere una quota dei terreni a riposo, il cosiddetto set-aside, è stata annulla come obbligo. Si tratta, dunque, di una pratica che gli agricoltori possono mettere in atto in maniera facoltativa.
LA BCAA 7, invece, cambia profondamente. Si prevede, infatti, la possibilità di applicare la diversificazione come alternativa alla rotazione. La norma, dunque, non è stata cancellata ma ampliata nelle sue possibilità di applicazione. Almeno in parte, ricorda un ritorno al vecchio “greening”, seppure non completamente.
Restano, poi, le esenzioni nei seguenti casi:
- aziende con superfici inferiori a 10 ettari
- aziende con colture sommerse
- aziende con oltre il 75% di produzione di erba o piante erbacee da foraggio
- aziende certificate in biologico
- aziende certificate SQNPI, ovvero che seguono il disciplinare di produzione integrata
- terreni lasciati a riposo
- terreni investiti a colture leguminose
- terreni sottoposti ad una combinazione di tanti tipi di impieghi
- casi in cui le superfici agrarie ammissibili sono costituite da oltre il 75% da prato permanente, piante erbacee da foraggio o erbe, colture sommerse o che hanno un ciclo poliennale
Cosa cambia: rotazione e diversificazione
La BCAA 7, dunque, stabilisce l’obbligo di rotazione colturale sui seminativi con l’aggiunta dell’opzione della diversificazione. Nel caso della rotazione, la norma prevedeva un cambio di coltura almeno una volta all’anno, oppure su 2 anni, a livello di parcella. In questo caso, vi era la necessità di cambiare il genere botanico coltivato ed era ammesso anche seminare una coltura secondaria, adeguatamente gestita, che permanesse in campo per un tempo di almeno 90 giorni.
La diversificazione delle colture, quindi, si aggiunge come una alternativa e consiste nel seminare sulle proprie superfici almeno 2 o 3 colture diverse, a seconda che la superficie a seminativo siano minori o maggiori di 3o ettari rispettivamente. Vige l’obbligo che la coltura principale non superi il 75% della superficie a seminativi.
Ricordiamo che questa alternativa non è valida per le aziende che aderiscono all’Ecoschema 4: se, infatti, vogliono proseguire nel 2025 con questa adesione, allora devono proseguire con la rotazione.
I casi possibili
Nella tabella che segue, esemplificata da Confagricoltura Mantova, vediamo le casistiche che si possono verificare nelle aziende a seminativo sottoposte al rispetto della BCAA 7 dal 2024, con degli esempi pratici di applicazione della norma. In particolare, se si è deciso di effettuare la rotazione su 2 anni successivi, allora nel 2025 si dovrà proseguire nel rispetto di questo principio: se si è coltivato frumento nel 2024, nel 2025 si dovrà coltivare, ad esempio, orzo. Diversamente, se si è scelta la rotazione sull’anno, con la semina di una coltura secondaria come la senape dopo il mais, nel 2025 si potrà proseguire con la rotazione (seminando mais) o con la diversificazione (seminando mais, grano e loietto nei limiti percentuali specificati). Questa scelta è possibile anche per le aziende che hanno scelto di diversificare nel corso del 2024.
Fonte: Confagricoltura Mantova
Autore: Azzurra Giorgio
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